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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

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  La fenomenologia dello Spirito è un'opera filosofica di Hegel, pubblicata per la prima volta nel 1807, dove si descrive il percorso che ogni individuo deve compiere, partendo dalla propria coscienza, per identificare le manifestazioni attraverso le quali lo spirito si innalza al sapere assoluto.   Lo scopo di quest'opera è quello di superare la logica di Aristotele estremizzandolo nella teoria logica della dialettica hegeliana. È considerata tutt'oggi come una delle opere più complesse di tutta la storia della filosofia. Hegel sviluppa il tema della risoluzione del finito nell'infinito nella Fenomenologia dello Spirito, intesa come approccio alla filosofia che inizia con l'esplorazione dei "fenomeni" quale mezzo per cogliere lo Spirito Assoluto che è dietro il fenomeno.  La fenomenologia è la  storia romanzata  dello Spirito. Il compito e la funzione della  Fenomenologia consistono nel condurre la coscienza naturale e finita al punto di vista della scien

SHELLING

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 SHELLING Schelling, pur condividendo con gli altri esponenti dell'idealismo la stessa tensione verso l'infinito si differenzia per l'affermazione della centralità della natura. Per lui , il principio infinito creatore della realtà è l'assoluto, in cui spirito e natura vengono conciliati in un unità superiore. Soggetto e oggetto si fondono.  La filosofia per Schelling è dunque la scienza dell'assoluto e può seguire due direzioni:  1) la filosofia della natura: che partendo dalla natura giunge allo spirito  2) la filosofia dello spirito: che partendo dallo spirito giunge alla natura la realizzazione dell’assoluto avviene tramite 3 fasi:  1 la sensazione seguita dall'intuizione in cui il soggetto si scopre capace di superare il limite imposto dai dati oggettivi  2 la riflessione, in cui l'Io diventa oggetto di se stesso  3 e infine la volontà, grazie a cui il soggetto si stacca dagli oggetti, agendo indipendentemente da essi con propria volontà. Inoltre defini

HEGEL

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 HEGEL É nato a Stoccarda nel 1770 e morto a Berlino nel 1831. Hegel è stato l’esponente più importante dell’idealismo tedesco. Ha una concezione positiva della filosofia e della storia che conduce sempre verso la pura libertà. Secondo lui la realtà deriva da un progetto divino mentre la realtà storica è la realizzazione dell’assoluto che prende coscienza di sé. Secondo Hegel la realtà è dialettica in quanto supera il dualismo finito e infinito. L’assoluto, che è infinito, non è altro che la sintesi del finito. Per Hegel solo l’intero può essere reale, non le parti. L’assoluto attua un procedimento dialettico per cogliere le opposizioni e condurle all’unità. L’intelletto coglie le singole cose in sé, mentre la ragione coglie il tutto. Hegel ha sintetizzato i 3 momenti della dialettica della ragione:                                                      1)Momento intellettivo (tesi)                                                      2)Momento dialettico (antitesi)             

FICHTE

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 FICHTE Fichte nasce in una famiglia molto povera proveniente dalla Prussia nel 1762. Il suo futuro, seguendo le orme di quello dei genitori, doveva appartenere al mondo contadino.                                                           Fichte però amava lo studio e non smise mai di studiare.  Fichte dopo anni di studi, descrive l’infinita attività dell’io, principio di ogni scienza, nell’opera Fondamenti dell’intera dottrina della scienza. L’ “io” fichtiano non va inteso come il soggetto o l’individuo specifico, ma come un Io che si configura come un’attività creatrice universale e infinita. Il suo ragionamento per arrivare a questa conclusione si articola in tre fasi:                                                                                                                                       1) “l’Io pone se stesso”. Prima di poter affermare qualsiasi cosa, l’io deve poter affermare la propria esistenza. L’io, secondo Fichte, è da intendersi come il prodotto di se stesso,